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The CiBoGa Terrain


In seguito alla vittoria nel concorso internazionale di progettazione urbana Europan 3, nel 1994 lo studio S333 è stato incaricato di sviluppare un piano strutturale per l’area CiBoGa, un sito industriale dismesso di 14 ha localizzato lungo il perimetro del centro di Groningen. La scelta dei progettisti è stata quella di identificare il sito come parte di una struttura urbana più ampia a forma di anello, che viene investita di un’importanza strategica per il sistema ecologico della città. Il piano di rigenerazione urbana adottato dalla municipalità proponeva la riedificazione di 13 Schotsen, cioè grandi isolati compattierosi al proprio interno da nuove forme di spazio a fruizione semipubblica e distribuiti lungo una fascia libera di territorio che si pone come un filtro tra il centro storico e i quartieri di espansione residenziale del XX secolo.



Gli Schots 1 e 2, oggetto dell’intervento di S333, risolvono il conflitto tra il desiderio di permeabilità  dello spazio urbano e la richiesta programmatica di una sua ridensificazione creando un “paesaggio volumetrico” alla cui formazione concorrono 300 posti auto interrati, 110 giardini d’inverno, 105 appartamenti, 44 edifici, 14 corti a patio, 8 negozi, 4 giardini verticali, 3 giardini pensili collettivi, 2 grandi corti, 2 supermercati e un centro medico. Gli Schots 1 e 2 possono essere anche visti come una reinterpretazione contemporanea del concetto di “mega-forma”, cioè di un grande sistema complesso esteso in orizzontale che è in grado di attrarre e far inflettere il paesaggio urbano esistente. Questo sistema si pone in continuità  con la topografia del contesto circostante e ha come scopo quello di produrre una densificazione del tessuto urbano. Perciò gli Schots 1 e 2 sono stati concepiti come un’unica compagine architettonica, plasmata da flussi differenti che permettono ai blocchi di evolversi in maniera indipendente l’uno dall’altro al di sopra della quota stradale.



Immagini



Lo Schots 1, costituito da un massiccio blocco multipiano, è rivestito interamente di vetro con vari gradi di trasparenza, riflessione e opacità . Dato che occupa un sito problematico l’edificio non si impone con la sua massa in modo diretto sul contesto ma si concentra in verticale in tre punti, tra i quali si estendono alcune terrazze che costituiscono un elemento di mediazione con il tessuto urbano circostante. Lo Schots 2 invece, rivestito con grandi pannelli di legno di cedro, si piega e si deforma per saturare l’intero spazio a disposizione, generando un’ampia serie di tipologie abitative. Le dimensioni limitate del sito fanno sì che i giardini unifamiliari siano incorporati nel volume costruito. Gli appartamenti collocati al di sopra dei negozi sono accessibili attraverso una grande rampa inclinata che crea un sistema di transizione fluido e omogeneo tra la strada e la nuova quota del piano terra. Negli Schots 1 e 2 contesto edificato, natura ed ecologia urbana sono le forze che spingono verso la rivalutazione del ruolo della residenza nelle nostre città . La sovrapposizione di attività  e di paesaggi costruiti del nuovo complesso offre di conseguenza un’alternativa all’introversione e all’ermetismo dell’isolato urbano tradizionale.



Disegni