MENU

Cascina urbana


Una cascina in città, che serve lo spazio urbano circostante; la cascina, tradizionale avamposto “urbano” in un territorio agricolo, diventa uno spazio pubblico che condivide urbanità e civiltà in un luogo che non è ancora città. Uno strumento al servizio dello spazio circostante. Una serie di corti e piazze che offrono occasioni di relazione e dialogo. Un pezzo di città storica, in una periferia caratterizzata da infrastrutture, depositi e industrie, che diventa il prototipo di un nuovo modo di abitare. Il progetto diventa un gesto coraggioso di fiducia verso un quartiere che nascerà: una serie di spazi che diventano la scenografia di un vivere collettivo. Un luogo dove la ferrovia offre la possibilità di collegamento e lo spazio necessario per immaginare una nuova visione dell’abitare.



G00 - Manifesto



T01 - Urbanità

L'area di progetto è un quartiere non ancora cittadino, povero di spazi pubblici, di luoghi di interazione sociale, un'area in parte industriale senza un proprio telaio di spazi a misura d’uomo. Nonostante oggi si viva la diffusa percezione di una dissociazione tra cittadino e spazi urbani, è necessario ricercare la realizzazione di luoghi umani in cui ritrovare una persa socialità. Spazi pubblici che non siano prodotti high tech dove l’uso è implicito nella forma, ma luoghi aperti, spontanei e autogestiti con un processo osmotico tra lo spazio domestico e l'ambiente esterno.

Per questo il progetto diventa quasi un atto di coraggio. Un quartiere nuovo, fortemente caratterizzato dalla presenza delle infrastrutture, diventa la tela bianca su cui disegnare una nuova idea di quartiere. Un’idea di abitare che guarda alla cooperazione e alla relazione prima che al profitto; che parte dagli spazi pubblici, invece che dai metri quadri in vendita. Un’area fortemente longitudinale diventa una matrice di urbanità e città, piuttosto che uno spazio residuale al limite della ferrovia. Il piano terra disegna le piazze sia dal punto di vista morfologico che sociale. Una serie di spazi pubblici o commerciali, servizi aperti anche al quartiere, che diventano una barriera verso la ferrovia, una quinta per un futuro pezzo di città. Un’infrastruttura che permette di mantenere anche dal punto di vista economico gli spazi, attraverso alcune attività commerciali come i parcheggi di interscambio che permettono di sostenere le spese condominiali e di gestione degli spazi condivisi. II basamento del progetto divide dalla ferrovia e allo stesso tempo collega al quartiere di Rogoredo-Santa Giulia. Un elemento unitario, che si rapporta con la scala territoriale della ferrovia e offre continuità in un quartiere frammentato, ma allo stesso tempo protegge le piazze, che è possibile esplorare e scoprire in sequenza. Piazze caratterizzate dalla forma e dalla dimensione ma soprattutto dalle attività che vi si affacciano. Flessibili e aperte ma allo stesso tempo presidiate dall’uso e dalla cura dei cittadini. Spazi dimensionati rispetto a spazi urbani tradizionali, che chiunque sa utilizzare e riconosce in modo universale, senza bisogno di una programmazione organizzata o di dispositivi “militari” per controllarne la sicurezza.



G01 - Urbanità



T02 - Città pubblica/privata

Il progetto stesso è un gradiente, in sezione, che parte dallo spazio pubblico per arrivare a quello domestico e privato. Il piano terra è un vero spazio pubblico, una serie di piazze abbastanza caratterizzate da essere accoglienti ma abbastanza generiche per adattarsi agli usi e alle esigenze future di chi le vive. I luoghi attorno alle piazze hanno carattere pubblico ma sono spazi commerciali, come il bar o il mercato, o servizi condivisi per le residenze e il quartiere, come gli orti urbani, il co-working, la mensa e la palestra per gli studenti. Anche il parcheggio al piano terra crea un dialogo con gli utenti che vivono la dimensione metropolitana della città. L’interscambio con la metropolitana permette di generare reddito per mantenere i grandi spazi condivisi affittando i parcheggi e allo stesso tempo offre spazi coperti che si svuotano durante il weekend e che possono essere utilizzati in modo temporaneo con attività diverse.
Salendo in sezione gli spazi diventano più protetti e privati, il piano primo è caratterizzato dagli spazi condivisi e dai servizi che, in alcuni orari del giorno, vengono aperti agli abitanti del quartiere, come la palestra all’aperto, le aree giochi, le lavanderie.
Salendo ai piani superiori la percentuale di spazi pubblici diminuisce e si limita ai ballatoi e e agli spazi comuni per gli abitanti. Gli spazi condivisi diminuiscono e vengono condivisi da meno persone. Alcune unità abitative offrono un maggiore grado di condivisione, limitando la privacy alla camera da letto mentre altre, come i monolocali e i bilocali, offrono una maggiore privacy. Il tetto diventa nuovamente uno spazio collettivo, offrendo orti e giardini in quota, da cui tutti possono ammirare una vista della città e delle montagne in lontananza. L’intero progetto diventa quindi un dialogo tra città pubblica e città privata, partendo dal presupposto che le due non possano fare a meno l’una dell’altra. Le residenze diventano spazi privati e intimi che tuttavia sono sostenuti dalla struttura fisica e sociale della città pubblica, che a loro volta mantengono viva, attiva e di cui si prendono cura.



G02 - Città pubblica/privata



T03 - Abitare

L’abitare è il cuore del progetto, ma non si limita agli appartamenti privati. Il progetto considera una tendenza contemporanea in cui la maggior parte delle attività quotidiane vengono svolte in spazi pubblici e condivisi e gli spazi privati diventano sempre più piccoli. Gli spazi assecondano una tendenza contemporanea, soprattutto tra le giovani generazioni, di trascorrere la maggior parte del proprio tempo in spazi collettivi, quindi minimizzando le unità abitative ma allo stesso tempo mantengono una genericità e pluralità di spazi che le possano rendere universali. La componente sociale e cooperativa dell’intervento permette di sperimentare nuovi modelli, che vanno oltre a quelli proposti dalla rendita urbana. Gli appartamenti vengono divisi tra alloggi convenzionati, residenze per studenti e appartamenti condivisi, in dialogo tra loro.
Gli appartamenti sono distribuiti lungo ballatoi che, riprendendo l’idea della classica casa di ringhiera, creano uno spazio di relazione e dividono l’abitare dalla ferrovia.

Le unità abitative sono strutturate su una griglia modulare, in modo da essere flessibili e trasformabili. Ogni appartamento si può dividere in unità più piccole o ampliare, seguendo le necessità future. Nuove modalità ibride tra proprietà e affitto, che potrebbero esplorare anche le possibilità sperimentali offerte dalla blockchain e dall’economia circolare, rendono queste trasformazioni e la gestione degli spazi più semplice.
Moduli di dimensioni uguali vengono quindi utilizzati singolarmente o diventano grandi appartamenti, in grado di accogliere famiglie numerose oppure gruppi di amici, studenti o lavoratori, che preferiscono o hanno necessità di condividere un appartamento con altri. Le serre solari bioclimatiche permettono di ampliare la superficie degli appartamenti, creando un piccolo spazio ibrido che può essere utilizzato da ognuno in modo diverso, come piccolo balcone per il giardinaggio o come piccolo spazio hobby o per la lettura. Anche le serre bioclimatiche si possono dividere in modo modulare, assecondando la necessità di privacy o di condivisione degli spazi. In alcune parti dell’edificio spazi condivisi vengono utilizzati temporaneamente dagli abitanti per ospitare qualcuno in visita o quando sono necessari spazi maggiori per una festa di compleanno, per riunirsi in una assemblea condominiale o per vedere un film insieme.



G03 - Abitare



Costi di costruzione

La valutazione economica del progetto è stata effettuata basandosi sulle specificità dell’intervento residenziale cooperativo, degli edifici e soprattutto degli spazi aperti, con riferimento alle necessità espresse dal Documento Preliminare alla Progettazione e in particolare alla Carta dell’Habitat fornita dall’Ente banditore. Partendo dall’abitare, cuore del progetto, la decisione è stata quella di concentrare le risorse negli spazi pubblici e condivisi, in cui vengono svolte la maggior parte delle attività quotidiane. In particolare, si evidenzia una differenza nel costo di costruzione tra edilizia convenzionata agevolata e edilizia in locazione a canone convenzionato dove si trova la maggior parte degli spazi di relazione. Per sopperire la concentrazione di risorse negli spazi pubblici e condivisi, la decisione è stata quella di minimizzare i costi di costruzione per le opere strutturali. Sfruttando la peculiarità della proposta abitativa flessibile e trasformabile, si ritrova una griglia strutturale modulare grazie alla quale si è riusciti a contenere i costi e tempi di costruzione. Altra voce che evidenzia un costo ridotto è quella per le opere impiantistiche. La serra solare bioclimatica, che permette di ampliare la superficie degli appartamenti, accrescendo il contributo della radiazione solare trasformata in energia termica, permette infatti una riduzione dei costi di gestione degli edifici residenziali, limitando le spese in energia. Infine, le ultime due voci della valutazione economica del progetto riguardano l’edilizia libera non residenziale e le aree a verde attrezzate. Anche qui, così come gli spazi pubblici e di condivisone dell’abitare, si evidenzia un costo più alto a causa della natura stessa del piano terra, con la caratterizzazione delle piazze e degli spazi che si affacciano su di esse. Per la gestione del complesso residenziale, oltre agli spazi commerciali, un parcheggio di interscambio con la metropolitana permetterà di generare reddito per il mantenimento dei grandi spazi condivisi, prevedendo un suo diverso utilizzo durante il weekend.



Elaborati grafici