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Hegianwandweg Housing Project


Il complesso, situato nel quartiere di Wiedikon, è l’esito di un concorso bandito nel 1998 dalla cooperativa edificatrice Familienheimgenossenschaft Zürich, che gestisce un patrimonio di circa 2000 alloggi in affitto per famiglie. Per la realizzazione dell’insediamento la municipalità ha ceduto un lotto su cui è stato sviluppato un programma per 72 alloggi, 79 posti auto interrati e un’adeguata dotazione di spazi comuni, tra cui 7 stanze hobby, due atelier per artisti, una sala comune e un asilo.



Il sito è occupato da cinque edifici plurifamiliari che poggiano su un basamento continuo lungo oltre 130 m, al cui interno è collocato il parcheggio interrato. Ambizione primaria del progetto era quella di restituire un forte carattere urbano a un’area morfologicamente dispersiva, assegnando al rapporto tra i volumi del parcheggio, gli edifici d’abitazione e il contesto topografico la funzione di elemento ordinatore tra materiali urbani alquanto eterogenei. In questo senso uno degli aspetti centrali dell’intervento è l’organizzazione della sequenza di spazi pubblici, semipubblici e privati, per valorizzare i quali sono stati commissionati interventi site-specific a vari artisti. Così la superficie di copertura del parcheggio, affidata al duo Lang-Baumann, è attraversata da un pattern di linee che alludono alla segnaletica stradale e ai tracciati dei campi sportivi, creando un grande spazio di mediazione tra città  e residenze dedicato principalmente ai bambini; per i corpi scale Stefan Altenburger ha disegnato invece un’installazione composta da vetri riflettenti, mentre Lori Hersberger è intervenuta nel parcheggio interrato con alcune installazioni luminose.



Immagini



Nei cinque blocchi di abitazione il criterio principale è la flessibilità , soprattutto negli alloggi più grandi dove non esistono pareti interne portanti e alcuni locali hanno pareti mobili per favorire accorpamenti e riconfigurazioni. Tutti gli alloggi sono in posizione d’angolo e sono provvisti di grandi terrazzi lunghi fino a 15 m, che costituiscono dei veri e propri giardini pensili trasformabili in “stanze estive” grazie alle cortine traslucide serigrafate da Carl Leyel. La particolare attenzione della committenza per i criteri della sostenibilità , che si traduceva in requisiti specifici di durevolezza e basso impatto ecologico, ha portato alla sperimentazione di tecniche costruttive innovative. Dopo una valutazione preliminare svolta attraverso la redazione parallela di un progetto a tecnologia tradizionale umida e di uno interamente in legno si è scelto un terzo sistema misto, con corpi scala portanti in cemento armato a cui sono ancorate le solette a sbalzo in abete rosso, in grado di coprire una luce di 6 m. I balconi sono sostenuti da travi a sbalzo in legno irrigidite da profili di acciaio di collegamento, mentre le pareti esterne sono anch’esse formate da telai di legno. L’utilizzo della tecnologia mista ha inciso in maniera favorevole sull’aumento dei costi di costruzione, incrementando notevolmente la sostenibilità  ambientale dell’intervento sia in fase di produzione che di gestione.



Disegni