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SOVRAPPOSIZIONI PRODUTTIVE


Le continue trasformazioni delle aree a margini delle città pongono delle domande sul senso dell’abitare contemporaneo.

Il comparto urbano nel quale si trova l’area ex Garzanti sembra incapace di accogliere le potenzialità che pur già lo investono. Risente della mancanza di una rete di relazioni che divengono spazio. Non fa città. A un livello monofunzionale, seppur diversificato al suo interno, sembra necessario sovrapporre nuovi significati che introducano la possibilità di vivere la molteplicità.

Sovrapporre non è sovraccaricare ma individuare interazioni feconde e permettere la coesistenza di situazioni minute che si arricchiscono a vicenda. Sovrapposizione come metodo per produrre qualità dell’abitare.



D01 - Elaborato 1

D02 - Elaborato 2

D03 - Elaborato 3

D04 - Elaborato 4

D05 - Elaborato 5

G00 - Immagini generali



T01 - Inserimento urbano

Cernusco sul Naviglio è una città a cui non manca nulla. Può fregiarsi della meraviglia di un patrimonio storico e paesaggistico e al contempo si contraddistingue per un’insolita normalità che la rende estremamente abitabile e su misura.

L’ex area Garzanti è tuttavia un’eccezione rispetto all’abitabilità che invece caratterizza Cernusco. È collocata al margine fra il paesaggio agricolo e quello industriale e si configura come cerniera fra questi due mondi: da un lato è collegato al grande parco della Martesana, che a scala territoriale connette Milano all’Adda, dall’altro si confronta con un comparto industriale ricco di differenti realtà produttive ma privo di spazi della socialità.

Il progetto intende diventare una risorsa per il quartiere e un possibile innesco di future trasformazioni a livello locale, in grado di rompere la monofunzionalità attuale. Si concentra pertanto su alcune azioni minute ma estremamente efficaci:

• Rafforzare il sistema ciclabile per permettere una migliore fruizione del territorio e della sua qualità e contemporaneamente connettere l’area al centro storico e al resto della città. Si intende così valorizzare i percorsi esistenti nel parco e creandone di nuovi lavorando sull’illuminazione e sulla pavimentazione degli stessi e implementando il bike sharing. Si sceglie di insistere sui percorsi est-ovest per via della barriera della metropolitana, creando pertanto nuove occasioni di relazione e andando a tessere una trama anche in questa porzione di città altrimenti slegata. All’interno del lotto il percorso aumenta di spessore diventando attrezzato e andando a costituirsi come parterre per il gioco e lo sport.

• Costruire una sinergia con gli edifici produttivi esistenti. Ne propone un ridisegno parziale degli accessi, degli spazi di manovra, degli spazi di servizio. Li ridistribuisce scegliendo di diversificare percorsi destinati ai mezzi pesanti dai percorsi pedonali e ciclabili. Questo migliora la percorribilità all’interno del quartiere pensato al momento solo per ragioni funzionali.

• Concentrarsi sullo spazio pubblico di cui il quartiere è particolarmente carente con l’intento di farlo diventare struttura portante della costruzione dell’insediamento anche a vantaggio del contesto circostante, attraverso la configurazione di spazi polifunzionali, destinabili a usi differenti in base alla necessità.



G01 - Inserimento urbano



T02 - Funzioni

Le forme residenziali cooperative, per loro propria natura, sono estremamente adatte a ridisegnare brani di città operando una vera rigenerazione urbana con effetti positivi anche sui comparti circostanti, accogliendo una molteplicità di pratiche e funzioni complementari. In effetti le di aree economicamente più interessanti si trovano spesso in zone urbane di frangia, e del resto la natura stessa della forma cooperativa è in grado di aggregare attorno ai progetti persone che per necessità o per cultura fanno della collaborazione uno stile di vita, anche grazie al possibile coordinamento di una gestione sociale.

Nel progetto per l’area ex-Garzanti è stato quindi fondamentale l’interrogarsi su come l’architettura possa interpretare e incoraggiare le pratiche aggregative e al contempo strutturare forma spaziali adeguate affinché la residenza e il lavoro (anche produttivo) possano convivere generando urbanità. Nel progetto non si è tanto posto l’accento sulla definizione puntuale di funzioni, quanto sulla qualità degli spazi e delle loro reciproche relazioni, nell’auspicio che lo svilupparsi di un percorso di progettazione partecipata attivi quel passaggio dalla possibilità (lo spazio vuoto) alla attualità (lo spazio vissuto), e nella convinzione che l’architettura abbia innanzitutto questo ruolo: un dispositivo capace di accogliere l’accadere. In modo molto semplice si è operata una distinzione sul piano verticale di spazi pubblici, semi-privati e privati, per organizzare un mix articolato di funzionalità (residenza, lavoro, produzione, commercio, sport e svago, spazi comuni e associazionismo, …) senza scivolare nella zonizzazione, con l’obiettivo di garantire un presidio durante l’intero arco della giornata intercettando usi differenti.

Diversi spazi, inoltre, sono pensati per essere flessibili per gli usi temporanei come ad esempio il mercato o altre attività legate al mondo agricolo e alla filiera corta, spazi commerciali di prossimità e a depositi alimenti gruppi di acquisto solidale. Per rispondere a esigenze abitanti e lavoratori anche dell’intorno, o anche alla potenziale presenza di fruitori occasionali (attirati per esempio dalla valenza paesaggistica del Naviglio o dalla presenza di strutture ospedaliere importanti) si è pensato all’inserimento di una palestra e a spazi aperti per lo sport e lo svago oltre che a degli spazi ricettivi.



G02 - Funzioni



T03 - Relazioni

Uno degli obiettivi del progetto consiste nel creare uno scambio reciproco tra città e il nuovo insediamento così da far confluire nel progetto gli influssi dell’ambiente e al contempo dilatare verso l’esterno lo spazio dell’abitare attraverso spazi di condivisione.
Il suole progettato si contraddistingue per la creazione di più livelli di calpestio fra loro sovrapposti a seconda del gradiente di condivisione dello spazio: dal pubblico a semi-pubblico a privato. Tale sistema è regolato e tenuto unito dagli edifici, i quali assumono il ruolo di unico dispositivo attraverso il quale è possibile passare da un livello all’altro, selezionando i flussi e gli accessi.

A livello strada il progetto è contraddistinto dalla permeabilità dello spazio, aprendosi così alla città, garantendo al contempo la regolazione degli accessi secondo necessità. Gli spazi coperti del piano terra sono ideati come luoghi flessibili e modificabili, tali da assumere diverse configurazioni spaziali in accordo con le attività che si susseguono nell’arco della settimana. La loro gestione condivisa regolamentata permetterà di ospitare attività culturali e ricreative a cura delle associazioni o in alternativa ospitare il mercato settimanale.
Dal livello zero si passa ad un parterre pubblico posizionato a quota leggermente superiore ed accessibile tramite delle rampe. Questo elemento si configura come il sistema di connessione tra la scala territoriale e quella di quartiere attraverso la prosecuzione del percorso ciclabile che unisce il sistema del naviglio e il centro cittadino. Nasce come spazio dedicato alle attività di svago e in particolare lo sport. Attraverso il parterre è inoltre possibile accedere alle funzioni pubbliche come la palestra e lo spazio per le associazioni.

Ad un livello ancora superiore, un suolo artificiale costruisce lo spazio aperto semi-pubblico condiviso sul quale si affacciano gli spazi a servizio della residenza destinati agli abitanti per lo svolgimento di molteplici attività a supporto dell’abitare. In questo modo lo spazio aperto risulta presidiato e quindi sicuro, vitale e a totale fruizione dei residenti.

Infine, alla quota tetti, sono previsti degli orti come nel caso dell’edificio produttivo, ma anche una serra ed una terrazza panoramica entrambe fruibili dagli abitanti del quartiere.



G03 - Relazioni



T04 - Interni

Per il progetto degli alloggi è stata svolta una riflessione sull’abitare contemporaneo, il quale dal nostro punto di vista è sempre più propenso alla flessibilità dello spazio e alla molteplicità di usi dello stesso ambiente.
Dunque, interrogandosi sulle necessità dei suoi abitanti, sono stati progettati luoghi in grado di accogliere diverse attività oltre all’abitare domestico, come quelle ludiche, ricreative e lavorative se necessario, ma anche di garantire una dimensione esclusivamente privata ai componenti del nucleo familiare.

La flessibilità si rivela dunque una componente fondamentale per la costituzione dell’unità abitativa; lo schema delle residenze prevede uno spazio dove solo pochi elementi funzionali occupano una posizione ben precisa e circoscritta, mentre il restante è lasciato libero all’interpretazione dei bisogni degli abitanti ed alle sue possibili trasformazioni nel tempo. Gli ambienti di servizio sono quindi concentrati in nuclei e gli elementi strutturali sono pensati in modo da non coincidere con i setti divisori; questi ultimi ridotti ai minimi termini permettono una fruizione totale dell’ambiente, libertà di movimento e una grande permeabilità visiva sia interna all’abitazione che verso il paesaggio esterno.
L’abitazione diventa quindi un manifesto della ricerca di uno spazio fluido e continuo, in cui la rigida divisione delle stanze viene sostituita dall’utilizzo di pannelli scorrevoli.

Il pannello scorrevole, in questo caso di alluminio, viene proposto anche come elemento risolutivo del prospetto esterno: adempie ad una funzione protettiva dall’irraggiamento solare e di isolamento termico, oltre a rendere uniforme l’immagine visiva dell’edificio, percepibile come elemento plastico.
La modularità è un altro elemento che ha caratterizzato la progettazione delle residenze: la facciata è costituita da elementi modulari di 90 cm, dimensione che oltre a rifarsi alla scansione degli elementi strutturali, a sua volta influenza la configurazione degli spazi interni dell’abitazione.
Le serre costituiscono un ulteriore elemento caratteristico di questi alloggi, la presenza della vegetazione come parte integrante dell’abitare permette di migliorare sensibilmente qualità degli ambienti soprattutto attraverso la scelta accurata di piante depuranti.



G04 - Interni



T05 - Conclusioni

Il progetto delle Sovrapposizioni Produttive analizza la città nella sua complessità scomponendo i suoi diversi aspetti (valorizzazione delle relazioni con il territorio, la realizzazione di alloggi di qualità, la funzionalità e l’economicità delle soluzioni, ecc) perché nelle loro ricomposte intersezioni possano generare una nuova vitalità.

La sovrapposizione è quindi intesa come metodo per produrre qualità dell’abitare:

Produce più lavoro… laddove la diversificazione dello spazio urbano aumenta la qualità del lavoro in termini di confort, produttività, e richiamo;

Produce economia… quella di una città che si arricchisce di relazioni;

Produce socialità… moltiplicando l’opportunità degli spazi di incontro.

Produce condivisione… perché l’abitare non sia limitato solo alla propria casa.

Produce inclusione sociale… perché la diversità non sia appariscente.

Produce cultura… che non è statica ma è la sovrapposizione di tradizione e novità.

Produce energia… un’energia che introduce il cambiamento.

Produce ossigeno… una ventata di cambiamento!