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PalestraLupo


Il progetto per PalestraLupo punta a ricucire la piazza e la Palestra con la città tramite la rimozione delle barriere attuali, quali salti di quota, murature e recinzione, introducendo l'elemento del podio.
Un sistema di pannellature mobili permettono diverse configurazioni del tempio, contenitore dell'anima del luogo.
Il timpano con i suoi display comunica il programma all'intorno, l'"antenna" invece riceve input anche lontani trasmettendoli alla città e permettendo alla palestra di sostenersi economicamente.
Per l’intervento sono state pensate strategie di cooperazione, finanziamento ed efficientamento energetico al fine di minimizzare i costi di costruzione e gestione dello stesso.



D01 - Elaborato 1

D02 - Elaborato 2

D03 - Elaborato 3

D04 - Elaborato 4

D05 - Elaborato 5

G00 - Immagini generali



T01 - Inserimento urbano

Il progetto si inserisce in un contesto storico che funge da cerniera urbana per la città di Catania. Via Etnea, Via Vittorio Emanuele, gli Archi della Marina e il Porto turistico, sono arterie principali del traffico carrabile e pedonale della zona. Il Teatro Bellini, il Convitto Cutelli, i palazzi: Platamone, Bonajuto, Valle - Fondazione Puglisi Cosentino e la Chiesa di San Placido sono i principali luoghi di interesse limitrofi all’area. Con queste polarità limitrofe, si è dunque ricercata una connessione, sia spaziale e urbana che architettonica. Nella sua architettura l’edificio è stato pensato come un organismo capace di ibridarsi e fungere da catalizzatore di energie immaginandolo come un grande spazio vuoto, urbano, e pubblico.
Piazza Lupo è situata in una porzione di tessuto storico consolidato, con parti che versano in uno stato di abbandono e povertà. Il quartiere di San Berillo, adiacente all’area di progetto, ne è l’esempio più evidente. PalestraLupo è posta in questa posizione ambigua tra città del “consumo” e città dell’”accoglienza”, e si promuove come una cerniera sociale per le diverse anime presenti nel quartiere e nella città stessa.
In termini di relazioni urbane si è rafforzata la connessione con il sistema di piazze limitrofe, in particolar modo con Piazza Teatro Massimo dove il “tappeto urbano” di pietra lavica viene esteso fino a Piazza Lupo inglobando l’edificio della Palestra. A strutturare questa nuova piazza sono stati inseriti alcuni elementi tipici delle piazze catanesi quali: la presenza di acqua (fontana e fonte idrica, potabile, pubblica), il verde (ombra), le sedute in pietra lavica (pausa urbana), quest’ultime definiscono il luogo, creando da un lato una barriera al flusso veicolare e dall’altro un sistema osmotico ai flussi pedonali.
Il concept architettonico: Podio (continuità dello spazio urbano), Tempio (attività) e Timpano (comunicazione programma), è l’occasione per generare processi di inclusione sociale e cooperazione. La caratteristica della proposta a scala urbana è la permeabilità della struttura (vedi tav. 2) che marca il tema della riconnessione fisica e funzionale. Il risultato è la creazione di una piazza parzialmente “coperta”, catalizzatore di eventi e cuore pulsante della città. Il progetto PalestraLupo è come un genitore per dei bambini, educatore ed esemplare.



G01 - Inserimento urbano



T02 - Funzioni

Allo stato attuale l’edificio accoglie già attività sociali e formative delle più varie. Si consiglia tuttavia una maggior sinergia con gli elementi catalizzatori urbani circostanti, ad esempio in relazione al Teatro Bellini pensare la palestra come luogo per: spettacoli di teatro contemporaneo, laboratori teatrali per bambini o suggerire l’utilizzo del bar come dopoteatro. La problematica riscontrata non solo è il degrado della struttura che condiziona il suo contesto urbano ma anche una visione distorta da parte della popolazione dell’anima che alimenta questo luogo fatta di persone, progetti, energie. L’immaginario progettuale legato alla risoluzione di queste problematiche è rappresentato da un Tempio, inteso come contenitore dell’anima di un luogo. Questa immagine ha dato vita ad un concept architettonico strettamente connesso con la vera natura di un tempio, ovvero la necessità di una base e di un coronamento. Così seguendo, in senso metaforico, podio, tempio e timpano rappresentano la città, le attività e il rapporto tra queste due ovvero la comunicazione. Connessione urbana, attività, partecipazione si trasformano in progetto tramite alcuni interventi puntuali che tengono conto della struttura esistente ed eliminano barriere, quali recinto e tamponamenti.
Per le attività, un sistema di pannellature movibili, garantisce agli spazi interni il grado massimo di configurazioni possibili, permettendo di ospitare quante più attività contemporaneamente in maniera flessibile e intercambiabile. Il vantaggio di tale sistema è: da un lato il superamento della barriera muraria e dall’altro, la possibilità delle funzioni ospitate di integrarsi tra di loro e aprirsi totalmente verso lo spazio pubblico. Questa flessibilità delle chiusure non preclude l’assetto originale della struttura: chiusa su se stessa e con le attività solo all’interno (vedi tav.4).
Le attività (mercato, lupoteca, lavanderia pubblica, teatro, sala civica, palestra etc.) continuano ad essere il cuore pulsante del tempio, caratterizzandolo da una polifunzionalità che tenta di interpretare e far convivere le funzioni a servizio dell’abitare.



G02 - Funzioni



T03 - Relazioni

Una delle ricerche della proposta progettuale è instaurare relazioni microscopiche e macroscopiche tra PalestraLupo e intorno. Creare relazioni significa, in questa circostanza, connettere il luogo non solo da un punto di vista fisico-percettivo, ma anche instaurare forti legami con la cittadinanza e il senso di appartenenza. In termini di comunicazione quindi, si è preferito lasciare il nome attuale PalestraLupo, già noto e identificativo del luogo per la comunità. Ci si è in tal senso limitati nel ridisegno del logo, che diventa non solo Brand della Palestra ma anche concept architettonico.
Il progetto tenta la ricucitura tra uomo e ambiente, attraverso alcuni aspetti collaborativi studiati al fine di poter generare un’esperienza di ”autocostruzione urbana”.
Per il podio, ad esempio, l’idea è il finanziamento da parte dell’abitante di una piccola porzione di spazio pubblico, esplicitata in un concio di pietra. Il contributo, rappresenta un elemento significativo tra partecipazione e costruzione, collaborando così all’identità dello spazio pubblico e al prendersi cura di esso.
A completamento dell’elemento podio, ( _ ), l’”antenna”, ( | ), non solo attualizza l’immaginario del tempio, ma lo completa (|_ ), proiettandolo in una dimensione metropolitana come ad es. la Fifth Avenue di New York e il Causeway Bay a Hong Kong, dove l’immagine pubblicitaria, spazio pubblico, illuminazione creano l’atmosfera del luogo.
L’ “antenna” è altresì muro di proiezioni cinematografiche, sfondo di possibili convegni, muro d’arrampicata, etc.
Alla stregua dell’antenna il sistema di comunicazione usato per evidenziare la polifunzionalità, ad oggi poco visibile soprattutto dalla popolazione più anziana con uno scarso accesso alla rete, è il display (TIMPANO).
Al contempo una applicazione (vedi tav.5) a supporto delle attività della palestra, in una logica smart permette la condivisione e partecipazione oltre gli spazi “fisici” della Palestra.
Il timpano è composto da un sistema di sette fasce di LED lungo tutto il perimetro della copertura.
L’ampia superficie, si presta alla raccolta delle acque meteoriche per: l’irrigazione dell’orto urbano, acque grigie, impianto idrico-sanitario e pulizia della piazza. Permette altresì l’installazione di pannelli fotovoltaici (vedi schema tav.5) soddisfando il fabbisogno energetico della palestra e della piazza in cui si inserisce.



G03 - Relazioni



T04 - Interni

La proposta progettuale punta alla creazione di connessioni e relazioni tra l’interno della palestra e l’esterno dello spazio pubblico attraverso la demolizione delle tamponature e del recinto attualmente colpevoli della poca connessione urbana. I punti fermi del progetto sono il mantenimento della struttura, dei corpi bagni e della cabina Enel, questi ultimi due compongono i nuclei della nuova cellula Palestra che sarà totalmente apribile.
Elemento generatore del progetto è la griglia che trova nella struttura della palestra alcune delle sue intersezioni e regola i tre elementi che compongono e caratterizzano il progetto per gli interni, ovvero: la pavimentazione, l’illuminazione e le pannellature.
La Pavimentazione è composta da un basolato di pietra lavica con disegno modulare ad evidenziare l’elemento griglia. Questa griglia dall’interno della palestra si ripropone per la piazza rafforzando il tema continuità interno/esterno.
Le pannellature riprendono anch’esse la griglia e sono state pensate in OSB verniciato con antialga nero. Per tutta la palestra si è utilizzato un solo modulo di pannello, capace di dare ordine allo spazio e di favorirne la sua facilità di realizzazione in termini di autocostruzione.
Nei nuclei accennati precedentemente, elementi quali: il bar, lo spazio per una possibile biglietteria e guardaroba, il magazzino per lo stoccaggio dei pannelli, la libreria bifacciale per libri all’interno e vegetazione domestica all’esterno, completano e caratterizzano il continuum spaziale espresso dalla griglia.
Il sistema di illuminazione ripete questo tracciato e crea un gioco regolare d’illuminazione che si adatta a seconda delle funzioni presenti. Fasce di led, dal basso consumo e alimentate dai pannelli solari installati in copertura, illuminano PalestraLupo creando un’atmosfera sobria, elegante e mutevole.



G04 - Interni



T05 - Conclusioni

Questo progetto è ambizioso. La problematica delle città italiane e dei rispettivi centri storici è la loro resistenza al ri-pensamento, ri-uso, ri-ciclo delle vecchie strutture come la Palestra Lupo.
Il progetto PalestraLupo rappresenta la nostra idea di riutilizzo di strutture obsolete, intrecciandosi con utilizzi di carattere contemporaneo come il co-working, il co-housing, il movimento dei makers e l’open innovation.
La missione progettuale è immaginare un luogo che abbia una valenza trasversale, un ibrido tra un edificio e una piazza, dove sia tangibile il senso di non limite tra spazio costruito e spazio non costruito.
Il tempo libero vissuto all’interno di piazza Lupo così diventa un’esperienza quotidiana, dove: incontrarsi, confrontarsi, riconoscersi, leggere, bere, diventano attitudini educative.
Le funzionalità dello spazio interno sono delle più varie, così come varie sono le personalità di ognuno di noi. In questo senso si è cercato di creare uno spazio che costituisca un fondo neutro che metta in risalto le peculiarità di ciascuno e dove tutti possano sentirsi rappresentati, in un clima di Cultura, Comunicazione e Cooperazione.
PalestraLupo interpreta così la problematica della globalizzazione e delle pressioni demografiche tramite un melting-pot culturale fatto di condivisione, ospitalità, conoscenza e libertà.