MENU

M21 - società contadina modernizzata


Se un quartiere non è in grado di autosostentarsi finirà per essere una nuova "appendice” del centro urbano più prossimo. Una parte di ciò che viene messo a profitto del costruttore viene qui dedicata alla società: l'architettura stimola la convivenza sociale e ne organizza gli ambienti, rispettando l'eredità dell'abitare mediterraneo e ampliando la portata degli spazi pubblici. Il progetto si innesta in un tessuto connettivo che è integrazione del nuovo e dell'eredità del paesaggio mettendo su uno stesso piano natura, cultura e servizi.



D01 - Elaborato 1

D02 - Elaborato 2

D03 - Elaborato 3

D04 - Elaborato 4

D05 - Elaborato 5

G00 - Immagini generali



T01 - Inserimento urbano

Il problema dell'inserimento urbano non può essere risolto solo con nuove linee di trasporto (le arterie già previste sono, per così dire, "pesanti") né con piste ciclabili sparse ovunque né come conseguenza di un astratto ragionamento geometrico di "riammagliamento". Ci si è basati sull'assunto che se un quartiere non è in buona percentuale autonomo, prima o poi i suoi abitanti migreranno insoddisfatti verso un altro quartiere, causandone il sovraffollamento per poi tornare a dormire egualmente insoddisfatti nel quartiere di origine. I vincoli imposti dal Piano Particolareggiato, la grande distanza tra la "città consolidata" e i comparti di progetto e, in più, la netta cesura nella continuità dei due tessuti dovuta al grande asse infrastruturale della Statale 16, pone il quartiere in una posizione molto decentrata. Tuttavia le notevoli risorse paesaggistiche di una campagna che presto diventerà città hanno posto i progettisti di fronte al tema dell'integrazione tra la rigida maglia quadrata e la frammentazione dei suoli tipica della campagna barese, altamente stratificata nel tempo. Ne risulta dunque un nuovo tessuto connettivo capace di accogliere attività tradizionali legate alla campagna come la coltivazione e la contemplazione del paesaggio e funzioni prettamente urbane come le residenze e i servizi. Si è creduto giusto perseguire questi obiettivi anche alla luce della profonda analisi che scaturisce dal "Patto Città Campagna", il quale prevede un innalzamento della qualità ambientale di questi due territori per natura complessi e diversi allo stesso tempo. I parchi, i viali alberati e le attrezzature presenti nei comparti d'indagine servono al paesaggio che in questo modo può rivivere poiché accolto dalla città; agli abitanti, che possono costruire una società auotsufficiente e pacifica; e alla città stessa che così smette di essere definibile soltanto come spazio costruito. È dunque possibile rileggere il tessuto del paesaggio storico senza perderne l'eredità, ma poggiandosi ad esso per intervenire con la compensazione ambientale di CO2, la valorizzazione delle funzioni agricole e con l'impianto di nuovi servizi, al fine di ottenere una serena convivenza tra natura e struttura, in accordo con quanto prescritto dagli indirizzi del Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia.



G01 - Inserimento urbano



T02 - Funzioni

La riflessione da cui è nata questa proposta progettuale è la seguente: se un quartiere non è grado di sostentarsi almeno con una buona quantità di funzioni, allora è destinato a soffrire una sorta di "bipolarità" con il centro urbano, che peraltro si trova lontano dal quartiere stesso e a portata di automobile. Le case dunque si svuotano e diventano solo dei dormitori: di qui la tendenza fortemente contrastiva e dotare gli edifici di tutte quelle funzioni che prima non avevano. L'edificio non è solo residenza in senso stretto ma assume realmente il significato di abitazione, laddove per abitazione si intende la capacità di una struttura di accogliere quante più relazioni possibile al proprio interno. È quindi convinzione dei progettisti che gli edifici residenziali di tutti i comparti E, F, G, comprese le torri debbano rispettare questo dettame. Le funzioni che invece, per chiari limiti di spazio, non possono trovare posto negli edifici, si prevede siano allocate nei cosiddetti edifici di interesse comune, come previsto dal Piano Particolareggiato. Gli spazi aperti d'altro canto giocano un ruolo di fondamentale importanza nel quadro funzionale del quartiere. Premesso che il clima mediterraneo favorisce la vita all'esterno per un lungo periodo di tempo durante l'anno, si pensa che questa debba essere più che mai ricca di attrattive di tipo culturale, sportivo ma anche commerciale, dato che sarà possibile acquistare a km 0 i prodotti della terra. La superficie dell'intero quartiere è totalmente percorribile in piano, senza barriere architettoniche ed è caratterizzata da funzioni e realtà diverse: quella architettonica e quella naturale, che trova la sua ragion d'essere nei parchi e negli orti urbani; quella economica e sociale che invece si manifesta con gli spazi di scambio e di riunione collettiva. I progettisti si sono dunque messi alla ricerca di nuove funzioni e attrezzature arricchendo la vita di quartiere e migliorandone la qualità. La cura di questi aspetti è volta ad evitare quella "fuga necessaria" che si invera nei fine settimana e nei mesi estivi da parte degli abitanti del quartiere in cerca altrove di refrigerio e svago.



G02 - Funzioni



T03 - Relazioni

Oltrepassando la logica prettamente monofunzionale degli edifici per abitazioni, il progetto inserisce all'interno di questi ultimi nuovi e consistenti spazi di relazione che permettono agli abitanti di incontrarsi e svolgere numerose attività. La strategia qui perseguita è stata quella di dedicare ciò che viene solitamente messo a profitto del costruttore a beneficio della società, definendone le funzioni, con la convinzione che l'architettura non può progettare la vita delle persone tramite gli spazi ma fornire stimoli opportuni affinché questi siano vissuti gradevolmente. Tutti questi spazi occupano un ruolo fondamentale nell'architettura dal momento che sono allocati laddove non interrompano la scansione continua degli alloggi (che permette grande facilità di gestione dal punto di vista costruttivo) e cioè agli angoli degli edifici, al piano terra e sul terrazzo. Gli angoli degli edifici sono dunque specializzati grazie a spazi di forma quadrata, a singola o a doppia altezza, ideali per ospitare funzioni diverse, e possono essere aperti o chiusi. Tra questi si annoverano lavanderia, spazio giochi e affidamento bambini, sala lettura, sala relax, giardino aperto (a doppia altezza), book crossing e spazio riunioni o piccole esposizioni. L'accesso agli alloggi è regolato da portici più che da corridoi, che non hanno funzione specifica se non quella di creare una dimensione che sia piacevole percorrere, in cui incontrarsi ma anche fermarsi e godere dell'affaccio sulla corte. Infine, a coronamento dell'edificio e della sua vita si è scelto di posizionare un vero e proprio orto sul tetto che sia anche un giardino per tranquille passeggiate all'aperto, dotato di coperture reticolari distribuite a macchia aventi la triplice funzione di ombreggiare, sostenere la crescita di specie vegetali rampicanti ed essere d'appoggio ad eventuali pannelli solari. In questo modo si dà valore al lastrico solare, spesso dimenticato nell'architettura e nell'edilizia moderna. Al piano terra di ciascun edificio gli angoli divengono liberamente percorribili per chi volesse accedere dalla strada alla corte, rendendo dunque "poroso" l'edificio e i restanti spazi, al netto delle necessarie attività commerciali, sono a disposizione degli abitanti del condominio e del quartiere (bottega riparazione mobili, spazio coworking, officina riparazione cicli…).



G03 - Relazioni



T04 - Interni

Le esigenze di funzionalità degli alloggi sono pensate nel quadro di un'architettura mediterranea e accogliente ma che abbia anche delle caratteristiche costruttive di prefabbricazione che ne garantiscano la sostenibilità economica. La scelta delle divisioni interne è semplicemente indicativa purché vengano adottate pannellature. Si è pensato quindi di lasciare, pur proponendo doverosamente e nel dettaglio una soluzione abitativa, ampia libertà compositiva da parte del privato nella gestione dello spazio interno dell'alloggio. Lo schema aggregativo degli alloggi ha una configurazione complessa atta ad eliminare quell'effetto seriale tipico dell'edilizia reale senza inficiare sui costi né sugli spazi. Basandosi infatti su un modulo di 0,6 m è stato possibile generare una disposizione varia degli alloggi, anche su più piani, dal momento che gli appartamenti più grandi sono duplex. Tale disposizione interna è leggibile in facciata anche perché in tutti e tre gli edifici oggetto di indagine la configurazione in pianta degli alloggi per ciascun piano non è mai uguale. Sebbene gli alloggi più grandi siano suddivisi come tradizionalmente si conviene per una famiglia di cinque unità, i bilocali presentano uno spazio del tutto flessibile grazie a pareti scorrevoli e mobili chiudibili. Si è quindi ritenuto opportuno garantire i giusti requisiti di flessibilità interna senza però stravolgere le tradizionali abitudini dell'abitare la casa. Infine, all'interno dell'offerta architettonica è stato previsto anche un ampio spazio coworking, articolato su due livelli, uno per la produzione e l'altro per la consultazione di materiali di vario genere. Gli altri ambienti sono comunque progettati per favorire la socialità tra le persone che li utilizzano.



G04 - Interni



T05 - Conclusioni

Le difficoltà imposte dal piano particolareggiato non impediscono la nascita di un quartiere a misura d'uomo che viva e si sviluppi in armonia con la natura, con le esigenze economiche degli investitori e con le richieste di servizi e di traffico tipiche di una città moderna. Crediamo che una 'Smart City' sia inutile se non vi sono gli spazi fisici della grandezza adatta e se la qualità di questi non è correttamente definita dall'architettura. Crediamo anche che i piccoli impulsi elettrici di cui è costituita la tecnologia non possano sostituire la bellezza degli spazi e la lettura, attraverso questi, del loro portato storico e del loro valore naturale. Il progetto paesaggistico è dunque pensato sulla strategia del minimo intervento incrementando con specie vegetali non produttive (lecci, arbusti, cespugli di macchia) il patrimonio pervenutoci dall'olivicoltura estensiva, preservando i muretti a secco e le emergenze edilizie e ambientali del passato. Crediamo, infine, che un quartiere, entità destinata a modificarsi nel tempo, debba essere pensato come patrimonio da lasciare in eredità alle generazioni future attraverso le relazioni che si instaurano tra i suoi abitanti e l'ambiente.