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AAA architetticercasi 2008 - terzo classificato


Agire per la periferia non è solo un esercizio sociologico o architettonico, ma un progetto integrato che richiede un’agenda senza messaggi messianici, che dispieghi azioni pragmatiche per fare della periferia un luogo dove vivere dignitosamente, lavorare, fare acquisti, divertirsi, studiare. Per farlo è necessario distruggere una convenzione: quella di chiamare periferia i territori adiacenti 
al centro storico. Perché tutti i cittadini milanesi vivono in città. 
Enrico Valdani



La città

L’area di progetto è di fatto un bordo di quella che possiamo definire la città consolidata, un frammento di campagna mai toccato e dimenticato dalle logiche espansionistiche degli ultimi trent’anni. Agire su questo limite è interpretare la città contemporanea e darle un nuovo significato: quello di continuità, di negazione di un dentro/ fuori, esterno/interno, vicino/lontano, di abbattimento dei confini convenzionali centro/periferia. La città è continua, fluida, senza limiti. Come per la maggior parte dei vuoti offerti dalle città contemporanee, il "lotto" di via Pecorini diventa un’occasione per ricercare le dinamiche della città e ricostruire le relazioni con il contesto. Il progetto tenta di riconnettere le varie “nature” di questa parte di città attraverso l’uso del vuoto come elemento di legame e di continuità  fra urbanità e campagna.



Concept del progetto



Pubblico/privato  

L’articolazione del vuoto architettonico permette di individuare tre tipologie di spazi aperti, che assumono un ruolo e un significato diverso rispetto al nuovo insediamento. 

  • Il vuoto pubblico: viene ricreato un “micro tessuto” urbano con due strade/slarghi che connettono i quartieri limitrofi alla campagna e accolgono le funzioni pubbliche di quartiere e la quota di programma destinata alle attività artigianali. Alcuni degli alloggi sono infatti predisposti ad accogliere al loro interno un atelier che affaccia direttamente sulla strada con una grande parete vetrata.

  • Il vuoto semi-pubblico: una seconda tipologia di spazi aperti si differenzia da quelli pubblici perchè è già “protetta”. La scelta progettuale di orientarsi verso più spazi condominiali di dimensione ridotta deriva dalla convinzione che gli abitanti degli alloggi con affaccio diretto li considereranno come propri giardini perchè sono protetti e frequentati da un numero di nuclei familiari limitato. Sono vuoti che le famiglie possono attrezzare, atti a costruire delle vere e proprie microcomunità. 

  • Il vuoto privato: nasce da una riflessione improntata sulla dimensione dell’abitare. Tutto il sistema degli alloggi è innervato da logge, ballatoi, giardini pensili: luoghi sui quali si affacciano nuclei ristretti di abitazioni  e che contribuiscono a costruire nuove forme di socialità. Sono spazi privati con servitù di passaggio, di pertinenza degli alloggi che vi si affacciano.



Piante



Prospetti



Abitare 

L’abitare è stato interpretato come il luogo delle possibilità mutevoli, dell’avvenimento, il condensatore di attività come il lavoro, la convivenza, l’ospitalità, il "gioco", la natura. Per rispondere alle precise richieste del bando si è reso necessario stabilire dei principi di base e un metodo.

Tutti gli alloggi rispettano tre vincoli iniziali: 

  • Devono essere traversanti per permettere il passaggio dell’aria e garantire un miglior confort ambientale; 

  • La pianta deve essere libera, con un nucleo centrale di servizio come unico vincolo distributivo; 

  • Ogni alloggio deve contenere un vuoto (terrazzo, balcone, loggia) come elemento di qualità dell’abitazione. 

La progettazione degli alloggi è stata orientata in modo da offrire una grande adattabilità. Le abitazioni sono aggregabili fra di loro in modo da adattare i tagli alle richieste del mercato e strutturate per offrire una moltitudine di possibilità di vissuto. Oltre che per le esigenze legate al tipo di nucleo familiare, ogni alloggio è pensato per poter ospitare una zona dedicata all’home workinge alla coabitazione: tema, quest’ultimo, sempre più attuale perchè copre una sfera molto ampia che va dagli studenti fino agli anziani con necessità di una badante. Gli alloggi sono pensati dunque per poter avere diversi accessi indipendenti e zone in comune. Il risultato di queste operazioni è un complesso residenziale ibrido che vede alternarsi tipologie a ballatoio, a corte interna e in linea. La mixitè tipologica è però contenuta nelle forme tradizionali del progetto, che evocano il linguaggio dell’ architettura agricola locale. I materiali sono l’initonaco e il laterizio, arricchiti solo dagli inserti in vetro che accentuano le trasparenze del progetto e riflettono la costante presenza del verde. 



Risparmio energetico e sostenibilità ambientale.

Questa esigenza è risolta con alcuni sistemi cosiddetti passivi di sfruttamento dell’energia solare:

  • Muro di Trombe: consiste in una parete rivolta a sud, realizzata in muratura o in calcestruzzo, con la superficie esterna protetta da una vetrata per ridurre le dispersioni di calore. Sia nella parte bassa che in quella alta della parete sono praticate aperture che permettono la circolazione dell’aria. Un vantaggio del muro di Trombe, oltre al risparmio energetico per la climatizzazione, è il miglioramento del comfort ambientale, dato che le fluttuazioni di temperatura nello spazio abitato sono decisamente basse.

  • Variazione della sagoma dell’edificato: prevede aggetti o scavi per la protezione dai raggi solari estivi e per agevolare consistenti apporti solari ai piani più bassi in inverno.

  • “Tetto verde”: ottimizza il comfort interno sia termico che acustico e migliora il microclima locale dal punto di vista dell’umidità e delle polveri inquinanti sospese nell’aria. Inoltre prolunga la funzionalità della copertura, proteggendo il manto impermeabile da eventuali shock termici. Nell’ottica del risparmio dell’ energia primaria il progetto prevede inoltre l’utilizzo di un sistema solare attivo integrato nel disegno dei prospetti. Si tratta di una serie di pannelli formati da una coppia di superfici vetrate bassoemissive contenenti tubazioni in cui scorre acqua glicolicata o un altro fluido termovettore; il calore assorbito dal fluido può integrare il sistema di produzione dell’acqua calda sanitaria e/o di riscaldamento. Per la salvaguardia delle risorse idriche il progetto prevede che l’edificato sia dotato di una cisterna per la raccolta delle acque meteoriche; al fine di riutilizzare le acque reflue, alcune aree verdi del lotto saranno predisposte inoltre ad accogliere un sistema di fitodepurazione a flusso sommerso orizzontale.

I materiali impiegati deriveranno possibilmente da materie prime locali, in quanto generalmente più adatte alle caratteristiche climatiche del luogo e con minori costi di trasporto.
Inoltre saranno realizzati possibilmente con materie prime rinnovabili o riciclate e saranno prodotti durevoli per evitare sprechi energetici ed economici. In particolare si è scelto di utilizzare un conglomerato di cls derivante da demolizioni e, per l’isolamento termico, fibra di cellulosa insufflata all’interno delle intercapedini a parete o nelle coperture.



Sezioni



Valutazione della giuria

La giuria ha valutato il progetto positivamente per la sua qualità architettonica alla scala umana. Dal punto di vista formale l'intervento, nel suo insieme, risulta convincente. La giuria ritiene che gli spazi pubblici previsti siano ben calibrati e che sarebbero facilmente assimilati e integrati all’interno del quartiere circostante. Lo studio sulle tipologie abitative e sulla loro flessibilità risulta di particolare interesse. Dal punto di vista del disegno urbano l’insediamento proposto risulta completamente impermeabile verso il fronte meridionale, il cui prospetto richiederebbe inoltre una definizione architettonica più chiara. Sarebbe opportuno prevedere un’apertura su questo lato per metterlo in continuità con eventuali futuri sviluppi dell'area industriale prospiciente. Uno dei maggiori limiti della proposta è la definizione dell’attacco a terra: frequentemente gli alloggi affacciano senza mediazione sugli spazi pubblici e sulla strada. Le coperture propongono un approccio interessante ma richiederebbero uno sviluppo progettuale migliore e più accurato.



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